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Sarà l’oboe, uno degli strumenti a fiato più antichi, il protagonista principale nel terzultimo concerto della rassegna musicale ideata e diretta da Nazzareno Carusi, in programma mercoledì 13 marzo, alle 18:00. Per l’occasione, l’Aula Magna ‘Emanuele’ di Biogem farà da scenario all’esibizione di un artista italiano universalmente riconosciuto ai vertici mondiali della categoria, per 15 anni oboe solista del Teatro alla Scala di Milano e, attualmente, nello stesso ruolo, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Marchigiano di Montegranaro, Francesco Di Rosa è stato stabilmente diretto per dieci anni da Riccardo Muti e per cinque da Daniel Barenboim, ma ha ‘incrociato’ quasi tutti i grandi maestri degli ultimi decenni. Talento precoce, dopo gli studi di formazione con Luciano Franca e Maurice Bourgue, ha trionfato in numerosi concorsi nazionali di musica da camera ed ha suonato in molte tra le sale da concerto più prestigiose del mondo. Per la serata di mercoledì 13 il maestro Di Rosa, noto anche per il continuativo impegno nell’ambito dei diritti umani, ha scelto di interpretare, con il suo oboe Buffet modello ‘Legend Hybrid’, brani tratti dal repertorio di Carl Philipp Emanuel Bach (Sonata in Sol minore per oboe e basso continuo), Robert Shumann (Tre Romanze per oboe e pianoforte pp. 94) e Camille Saint-Saens (Sonata per oboe e pianoforte op. 166). Ad accompagnarlo, la pianista umbra Dèsirèe Scuccuglia, collaboratrice dei corsi di alto perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e docente di pianoforte al Conservatorio di Rovigo.
Con questo appuntamento, Biogem Musica saluta idealmente l’inverno e dà appuntamento al pubblico di appassionati, che si sta consolidando tappa dopo tappa, per gli ultimi due concerti in programma. A Primavera avviata sono infatti attesi, sempre ad Ariano Irpino, il clarinettista Fabrizio Meloni (lunedì 15 aprile alle ore 18:00) e, in data ancora da definire, il violinista ‘Premio Paganini’ Giuseppe Gibboni.
Ettore Zecchino
La ricerca, prime autrici Alessia Maria Cossu e Federica Melisi, ultima autrice Marianna Scrima, ha registrato la collaborazione dell’AORN (Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale) ‘Antonio Cardarelli’, dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori ‘Fondazione G. Pascale’, dell’Ospedale ‘San Giovanni di Dio’ di Frattamaggiore e delle Università campane ‘Luigi Vanvitelli’ e ‘Federico II’. Tra gli esiti principali, la scoperta, direttamente su tessuti prelevati da pazienti, di un nuovo biomarcatore (miR-449a) per la diagnosi di micro-metastasi linfonodali nel carcinoma squamoso della laringe. Contemporaneamente, la comprensione del meccanismo molecolare dello stesso miR-449a, funzionale alla soppressione delle metastasi, grazie al blocco della via di trans-segnalazione della citochina pro-infiammatoria interleuchina-6. Lo studio, pubblicato su Molecular Therapy Nucleic Acid, partner della rivista Cell Press (https://www.cell.com/molecular-therapy-family/nucleic-acids/fulltext/S2162-2531%2824%2900027-1) e rivolto a soggetti malati, pone anche le basi per lo sviluppo di potenti strumenti diagnostici non invasivi, utili per lo screening in individui sani, facilitando non solo la prognosi, ma soprattutto la diagnosi precoce del carcinoma laringeo a cellule squamose. Una patologia che rappresenta un terzo di tutti i carcinomi del tratto testa collo e che colpisce la fascia di età compresa tra i 50 e i 70 anni, al ritmo di circa 5mila nuovi casi l’anno tra gli uomini e di 500 tra le donne. La scoperta dei ricercatori campani consente, quindi, un passo avanti importante nella lotta a un cancro molto diffuso tra i tabagisti, attualmente trattato con un approccio multidisciplinare, basato su radiazioni, chemioterapia, chemio-radioterapia e, più recentemente, su terapie mirate e immunologiche.
‘’I linfonodi – spiega la dottoressa Cossu - rappresentano i primi siti di metastatizzazione dell’LSCC e spesso determinano un cambiamento delle aspettative di sopravvivenza. Da qui l’esigenza di diagnosticare in tempo l‘insorgenza di micro-metastasi linfonodali attraverso l’identificazione di microRNA in campioni bioptici ed ematici dei pazienti’’. ‘’I microRNA – continua la ricercatrice - forniscono una nuova visione nello studio del cancro, regolando una serie di percorsi molecolari e prendendo di mira oncogeni e soppressori tumorali. E in quest’ambito, gli RNA non codificanti sembrano i più promettenti, poiché circolano in tutti i fluidi biologici, ma anche perché, a causa della loro modulazione rapida, sono utili per il rilevamento e il monitoraggio non invasivo del cancro’’.
‘’In termini di prospettive cliniche future – conclude Alessia Cossu - potremmo suggerire la valutazione della trasduzione del segnale di IL-6 come nuovo bersaglio terapeutico per la prevenzione dello stato metastatico nei tumori LSCC’’.
Il professore Michele Caraglia, responsabile del laboratorio di Oncologia Molecolare e di Precisione a Biogem e co-autore senior della ricerca, sottolinea che ‘’le prestazioni della nostra tecnologia innovativa, attualmente in via di sviluppo in collaborazione con il professore Evzen Amler della Czech Technical University e con i sui colleghi Luca De Stefano, del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e Andrea Cusano, dell’Università degli Studi del Sannio, pongono le basi per diagnosticare e monitorare l'evoluzione del carcinoma squamoso della laringe attraverso il rilevamento dei livelli di espressione dei miRNA identificati’’.
‘’Tali risultati – rivela infine il professore Caraglia - sono stati frutto di un lavoro di squadra durato anni e di una collaborazione, all’interno di Biogem, con il laboratorio di Bioinformatica e Biologia Computazionale, condotto dal professore Michele Ceccarelli e con l’area della Modellistica Animale, guidata dalla professoressa Concetta Ambrosino’’.
Ettore Zecchino
Saranno Alessia Fornoni, direttrice del Peggy and Harold Katz Family Drug Discovery Institute di Miami, Farhad Danesh, professore di Medicina Interna al MD Anderson Cancer Center di Houston (Texas) e Rafael Kramann, docente presso l’Università RWTH di Aquisgrana, i tre ospiti d’onore di un incontro in programma a Biogem lunedì 26 febbraio, alle 14:30. Il convegno, fruibile anche in videoconferenza al link https://meet.goto.com/196155365, dopo i saluti del presidente Ortensio Zecchino, vedrà in prima linea il direttore scientifico dell’Istituto irpino, Giovambattista Capasso, costantemente impegnato nella ricerca di partnership di prestigio.
Quello del 26 febbraio si annuncia come un pomeriggio speciale per Biogem, che raccoglie, per dirla con il professore Capasso, ‘’una proposta-sfida lanciata da tre grandi nomi della ricerca medica internazionale, in merito a una possibile collaborazione futura su altrettanti grandi temi della ricerca traslazionale’’.
Si partirà dagli ultimi passi avanti nella comprensione del metabolismo del colesterolo, di cui parlerà Alessia Fornoni, introdotta dal professore Mario De Felice, coordinatore del Centro di Modellistica Animale di Biogem. La studiosa italiana, in forza all’Università di Miami e molto apprezzata negli Usa per alcuni suoi studi pioneristici sull’insulina e per la sua comprovata capacità di ‘mentorship’, svelerà i recenti progressi ottenuti con il suo gruppo di ricerca.
Seguirà una relazione sulla nuova frontiera dei biomarcatori collegati ai messaggeri cellulari, studiati specificamente in relazione alla malattia renale diabetica, ma, in prospettiva, estensibili anche al vasto mondo dell’oncologia. Il contributo scientifico del professore Danesh, non a caso proveniente da uno tra i massimi centri oncologici del mondo, sarà introdotto dalla responsabile del Laboratorio di Epigenetica di Biogem, Lucia Altucci. Una scelta che colloca l’incontro alla frontiera tra nefrologia ed oncologia, le due principali aree di ricerca dell’Istituto arianese.
Molto atteso è infine l’intervento del tedesco Rafael Kramann, tra i massimi esperti mondiali di fibrosi d’organo (polmone, cuore, rene) sulla possibilità di fare genetica a livello di singole cellule per le patologie cardiache e renali. Nei fatti già una realtà, ad Aquisgrana, dove ha sede il più avanzato tra i centri europei targetizzati sulle omiche spaziali (tridimensionali) e con il quale Biogem si candida a collaborare. Una partnership, parzialmente già in corso, in ambito esclusivamente nefrologico, grazie al professore Francesco Trepiccione e al suo team. Toccherà a lui, nella veste di responsabile del Laboratorio di Nefrologia Traslazionale di Biogem, l’introduzione del suo collega tedesco e l’indicazione di nuovi percorsi orientati su una collaborazione, a più livelli, tra i due centri di ricerca.
Ettore Zecchino
La giovane Francesca Pia Caruso, membro del Laboratorio di Bioinformatica e Biologia Computazionale dell’Istituto irpino, insieme ad alcuni suoi colleghi, in larga parte provenienti da atenei statunitensi, è fra gli autori principali di uno studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell (https://www.cell.com/cell/fulltext/S0092-8674%2824%2900064-3), per l’analisi molecolare delle caratteristiche immunitarie dei tumori. Nello specifico, il team di ricercatori, grazie a un approccio multi-omico, è riuscito a caratterizzare il microambiente tumorale e le relative interazioni con le cellule tumorali in oltre mille campioni neoplastici in dieci diversi tipi di cancro.
“Il nostro contributo - spiega la dottoressa Caruso - ha portato all’identificazione di sette diversi sottotipi immunitari, associati a specifiche alterazioni del DNA’’. ‘’Questo fatto nuovo – aggiunge - ci suggerisce l’esistenza di un’impronta molecolare, per cui pazienti affetti da tumori differenti possono attivare meccanismi di risposta immunitaria simili”. Nel dettaglio, sono state identificate alcune proteine chinasi chiave, la cui attività è alla base dei meccanismi di evasione immunitaria del tumore e che potrebbero rappresentare efficaci target terapeutici.
L’utilizzo di un nuovo approccio computazionale ha inoltre permesso di stimare per ogni tumore la composizione del microambiente, identificando precise condizioni cellulari associabili alla sopravvivenza nel carcinoma renale, nell’adenocarcinoma polmonare e in quello pancreatico. In particolare, la presenza di un particolare sottotipo di infiltrato immunitario è potenzialmente associata a una risposta favorevole al trattamento con immunoterapia in diversi tumori.
“Questi risultati – sottolinea Francesca Pia Caruso – aprono nuove prospettive sulla possibilità di migliorare l’efficacia di farmaci immuno-terapici e di contrastare meccanismi di immuno-resistenza, potendo così ampliare il numero di pazienti che trarrebbe maggiore beneficio dal trattamento, sulla base di specifiche caratteristiche del tumore’’.
Il professore Michele Ceccarelli, co-autore senior dello studio e responsabile del laboratorio di Bioinformatica e Biologia Computazionale di Biogem, specifica che “il gruppo di ricercatori ha potuto sfruttare un enorme database di informazioni molecolari, realizzato nell’ambito del Clinical Proteomic Tumor Analysis Consortium (CPTAC), con l’intento di studiare come fattori genetici ed epigenetici agiscono su geni e proteine per modificare le modalità con cui il sistema immunitario riconosce le cellule tumorali’’. ‘’Tale lavoro – garantisce infine Ceccarelli - non solo permette di comprendere perché alcuni pazienti rispondono meglio di altri alle immuno-terapie, ma soprattutto consente di individuare nuovi potenziali target farmacologici da combinare con i cosiddetti inibitori dei checkpoint immunitari”.
Ettore Zecchino
La conferenza, in programma da giovedì 22 a sabato 24 febbraio, è organizzata dal diabetologo dell’ASL partenopea Silvio Settembrini e coinvolge una sessantina di relatori italiani e stranieri, provenienti da molti Paesi, anche extra-europei. Nelle giornate di giovedì e venerdì è previsto, in particolare, un aggiornamento sulle nuove frontiere clinico terapeutiche del diabete nel nostro Paese, mentre sabato 24 sarà la volta della prima Conferenza internazionale sulla malattia renale diabetica.
La relazione introduttiva del meeting, giovedì pomeriggio, toccherà al presidente di Biogem Ortensio Zecchino, che parlerà del percorso incessante dell’arte medica ‘verso nuovi paradigmi’. Il viaggio, partendo dagli albori ippocratici e soffermandosi su successi e criticità di epoche via via più vicine alla nostra, si soffermerà sugli ultimi sviluppi della medicina personalizzata, con le sue annunciate ‘mirabilia’, ma anche con il rischio, non irrilevante, di un pericoloso ridimensionamento del ruolo del medico. ‘’Paradosso – mette in guardia Zecchino - di una medicina iper-specializzata ed estremamente performante nella riparazione dei singoli ‘pezzi’ del corpo umano, ma molto meno brillante nella difesa della persona nella sua complessità biologica’’.
Un rischio particolarmente alto, soprattutto al cospetto di dilaganti malattie sistemiche, come il diabete, che ci si orienta sempre di più a prevenire, oltre che a curare. A spiegarlo, la dottoressa Erminia Bianchino, Responsabile del Laboratorio di Nutraceutica di Biogem, chiamata a un intervento, nella mattinata di venerdì 23 febbraio, sulle implicazioni cliniche tra nutraceutica e nutrigenomica. ‘’Un approccio di avanguardia che – scandisce la dottoressa Bianchino - partendo dall’identificazione di nuovi principi attivi presenti negli alimenti e benefici per la nostra salute, si spinge a studiare l’impatto esercitato da questi stessi alimenti sul nostro genoma’’. ‘’Un metodo innovativo, che – sottolinea la stessa Bianchino - punta a combinare la genetica con l’integrazione nutraceutica, al fine di creare programmi alimentari personalizzati, basati sulle differenze genetiche individuali’’.
Il contributo di Biogem, grazie al suo direttore scientifico, si annuncia rilevante anche nella giornata di chiusura della kermesse napoletana. Il professore Giovambattista Capasso figura, infatti, fra i tre responsabili scientifici della prima Conferenza Internazionale sulla malattia renale diabetica, insieme al già ricordato dottore Settembrini e al professore Farhad Danesh, Direttore della Divisione Medicina Interna del MD Anderson Cancer Center dell’Università di Houston (Texas). Il contributo scientifico del professore Capasso verterà, in particolare, sulla compromissione cognitiva nella malattia renale diabetica, nel solco di studi avviati pioneristicamente a Biogem sulle implicazioni e le interdipendenze rene-cervello. ‘’Un’intuizione – chiarisce il professore Capasso, attualmente Responsabile Scientifico della Società Europea di Nefrologia - alla base del progetto internazionale CONNECT, caldeggiato e animato dal nostro ’Istituto’’.
Un intervento, quello del professore Capasso, che conferma la centralità, in Biogem, dell’area di ricerca nefrologica, al convegno napoletano impersonata dal suo attuale responsabile, Francesco Trepiccione, professore associato all’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ e chairman in una sezione dedicata alla ‘trasmissione del segnale’ nella malattia renale diabetica. ‘’A sancire una volta di più – spiega il professore Capasso – l’approccio traslazionale di Biogem, anche nella nuova frontiera della lotta al diabete. E a spiegare il senso della partecipazione attiva ad un incontro come questo che, grazie alla presenza di illustri esperti provenienti da tutto il Mondo, si propone di essere il punto di partenza per la diffusione di una ricerca d’avanguardia che conduca alla scoperta di metodologie diagnostiche sempre più raffinate e all’introduzione di trattamenti più efficaci nel campo della malattia renale diabetica’’.
Ad impreziosire la seconda parte del convegno napoletano si segnala, infine, la relazione del Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’ IRCCS Giuseppe Remuzzi, tra l’altro Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Biogem, che relazionerà sul sistema di complemento nella malattia renale diabetica. Un argomento, oggetto di studi all’avanguardia condotti dallo stesso Remuzzi sul diabete come patologia autoimmune, rientrante, a pieno titolo, nella vasta e articolata categoria delle malattie a carattere infiammatorio.
Ettore Zecchino
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