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L‘Health Innovation Trailblazer Awards Academic è stato conferito al responsabile dell’area di ricerca Staminalità e Rigenerazione Tissutale di Biogem, nell’ambito della terza edizione degli ‘UAE International Genomics Awards’, svoltasi a fine maggio nella metropoli emiratina. In tale occasione, è stato riconosciuto il contributo significativo offerto al futuro della medicina dal professore Falco, grazie ai suoi studi e alle sue sperimentazioni sugli organoidi, finalizzati al potenziamento dell'attività preclinica nell'ambito delle patologie oncologiche e genetiche. Il premio, consegnato dalla genetista Maryam Matar (prima donna emiratina a ricoprire la carica di direttore generale nel Governo del suo Paese) e dallo sceicco Nahyān bin Mubarak Al Nahyan (ex ministro della Ricerca Scientifica degli Emirati), coinvolge idealmente l’intero gruppo del professore Falco e le sue attività di ricerca, incentrate sul ruolo dei meccanismi molecolari associati alla staminalità nei processi oncologici.
‘’Una particolare attenzione – precisa Falco – è stata da noi sempre riservata alla progressione tumorale e alla farmacoresistenza, allo scopo di migliorare l’attendibilità dei modelli preclinici nello sviluppo di terapie farmacologiche, con un’evoluzione che, partendo dallo studio in vitro, ci ha portato allo sviluppo di modelli preclinici in vivo, ed ultimamente ex vivo, tramite l’impiego di organoidi per il potenziamento delle terapie personalizzate’’.
‘’Il premio appena ricevuto – scommette infine lo stesso Falco – sarà un ulteriore stimolo per le attività di ricerca di Biogem che, nel prossimo futuro, si focalizzeranno sul trasferimento tecnologico (portando, in tempi brevi, i dati di laboratorio alla pratica clinica) e sulla capacità di intercettare le esigenze del paziente in ambito diagnostico e farmacologico’’.
Ettore Zecchino
I 72 allievi, che hanno appena concluso la fase d'aula ad Ariano Irpino (5 marzo - 24 maggio), sono stati tutti allocati presso il gruppo Accenture. I successivi stage avranno quindi luogo nelle varie sedi Italiane (da Cosenza a Milano) della più grande società di consulenza digitale operante nel nostro Paese e partiranno lunedì 3 giugno, ad una sola settimana dal termine dei corsi arianesi. ‘’Contestualmente – annuncia il responsabile UIIP-Biogem, Andrea Di Maso - è ai nastri di partenza la sessantatreesima edizione di UIIP, che comincerà mercoledì 5 giugno, con la fase d’aula ad Ariano Irpino, presso lo storico Palazzo Bevere-Gambacorta. Un’edizione che potrà contare sulla partecipazione di 76 giovani, selezionati tra le circa 500 candidature pervenute, provenienti per il 70% circa dal Sud e per il restante 30% dal Centro-Nord del Paese’’.
‘’Una caratteristica di particolare rilievo delle ultime edizioni dei nostri corsi – sottolinea infine Antonella Saporito, PMO (Project Management Office) del Programma UIIP – è la netta prevalenza, ormai diventata un vero e proprio ‘trend’, del genere femminile nella composizione delle aule UIIP, a sancire una straordinaria inversione di tendenza in un mondo storicamente declinato quasi tutto al maschile’’.
Ettore Zecchino
La ricerca, ideata e coordinata da Michele Farisco, responsabile dell’Unità di Bioetica dell’Istituto arianese, è stata pubblicata sulla rivista specializzata ‘Clinical Kidney Journal’. Si tratta, in particolare, di un’indagine, realizzata nell’ambito della rete internazionale CONNECT, che ha coinvolto 343 professionisti da 27 Paesi europei, impegnati nella diagnosi e cura di pazienti con disfunzione renale cronica.
Il punto di partenza dello studio, al quale ha dato un contributo rilevante il direttore scientifico di Biogem, Giovambattista Capasso, è la mancanza di consenso internazionale in merito alla necessità e alla modalità di una valutazione psicologica (soprattutto cognitiva) dei candidati al trapianto di rene. ‘’Spesso – chiarisce Farisco - i singoli centri sono chiamati a decidere in merito, mentre le linee guida internazionali non sono tra loro coerenti. Per tale ragione, abbiamo ritenuto necessario indagare le opinioni e la prassi degli operatori sanitari impegnati con tali pazienti’’.
I risultati dell’indagine mostrano che la maggioranza di questi professionisti ritiene che il declino cognitivo possa compromettere l’ammissione dei pazienti al trapianto, anche se alcuni dati, riferiti a determinati pazienti, attesterebbero un miglioramento delle stesse capacità cognitive dopo il trapianto di rene.
“Il nostro lavoro – sottolinea infine il ricercatore di Biogem – fa emergere l’urgenza di definire degli standard comuni per una valutazione complessa dei candidati al trapianto, ma anche la necessità di continuare la ricerca sulla connessione causale tra disfunzione renale cronica e capacità cognitive, come quella sulla possibile reversibilità, seppur parziale, del declino cognitivo dopo il trapianto di rene”.
Michele Farisco, Inga A Blumblyte, Casper Franssen, Dorothea Nitsch, Irene Zecchino, Giovambattista Capasso, Gaye Hafez, COST CONNECT Action Collaborators , Cognitive decline related to chronic kidney disease as an exclusion factor from kidney transplantation: results from an international survey, Clinical Kidney Journal, Volume 17, Issue 5, May 2024, sfae114, https://doi.org/10.1093/ckj/sfae114
Ettore Zecchino
Il clinico francese, a capo del Dipartimento di Epatologia e dell’Unità di Terapia Intensiva del Fegato presso l’Ospedale Beaujon, Clichy, nella capitale transalpina, ha visitato alcuni laboratori, la biblioteca e l’area museale della struttura arianese, intrattenendosi, tra gli altri, con il presidente di Biogem, Ortensio Zecchino e con il direttore scientifico dell’Istituto, Giovambattista Capasso. All’incontro, organizzato dalla dottoressa Antonella Cavalli, dirigente medico di primo livello presso l’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna dell’Ospedale Frangipane-Bellizzi di Ariano Irpino, hanno partecipato anche Vincenzo La Mura, docente presso l’Università degli Studi di Milano (Dipartimento di Fisiopatologia Medico Chirurgica e dei Trapianti) ed Ernesto Claar, Responsabile dell’ambulatorio di Epatologia e Nutrizione Clinica nell’Ospedale Evangelico Villa Betania di Napoli. Notevole interesse ha suscitato la visita, guidata dai ricercatori Marianna Scrima e Marco Bocchetti, del laboratorio di Oncologia Molecolare e di Precisione. L’incontro, in particolare, è risultato funzionale a una concreta ipotesi di collaborazione futura in materia di epatocarcinomi. L’area di ricerca oncologica di Biogem è infatti impegnata proprio nella caratterizzazione genetica di queste neoplasie.
Francois Durand, anche docente presso l’Università ‘Paris VII Diderot’, è giunto ad Ariano per partecipare alla seconda edizione delle Giornate Epatologiche Irpine, meeting promosso dall’Asl di Avellino, guidata dal Direttore Generale Mario Ferrante, organizzato e coordinato scientificamente dalla dottoressa Cavalli presso l’Auditorium ‘Lina Wertmuller’ di Ariano Irpino. In questa sede, specialisti e medici di medicina generale (presente anche Biogem, con un intervento del professore Capasso), sono stati chiamati a confrontarsi soprattutto in merito alle ultime novità clinico-terapeutiche relative all’epatite C, all’infezione da virus Delta, alla steatosi epatica e al colangiocarcinoma.
Ettore Zecchino
Il nuovo paradigma interpretativo è stato esposto in un articolo pubblicato sulla rivista internazionale Artificial Intelligence Review da un pool di esperti di varia provenienza geografica e disciplinare, coordinati dal responsabile dell’Unità di Bioetica a Biogem, Michele Farisco. Trattasi, in particolare, di un approfondimento su alcune questioni concettuali e tecniche emergenti dall’Intelligenza Artificiale (IA) ispirata al cervello. Tale approfondimento è alla base del modello per l’analisi etica della stessa IA proposto da Farisco e co-autori. Un tema di grande impatto ed attualità, come recentemente attestato dal Parlamento Europeo in un suo Regolamento.
‘’Nonostante gli innegabili successi ottenuti negli ultimi anni - commenta Farisco – l’IA è ancora caratterizzata da numerosi limiti, in riferimento ai diversi ambiti di applicazione e ai vari utilizzi specifici. Tali limiti sono di natura concettuale (per esempio legati ai modelli teorici che informano il sistema di IA) ed operativa (riferiti spesso alla capacità di generalizzazione del sistema)’’. ‘’L’IA ispirata alla biologia, più specificamente al cervello – precisa lo stesso Farisco - rappresenta un settore di ricerca relativamente nuovo, che promette di traslare nella tecnologia ulteriori aspetti biologici, oltre a quelli già tradizionalmente inclusi, rendendo in tal modo possibile gestire e in prospettiva superare alcune delle attuali limitazioni’’.
‘’In sintesi – sottolinea infine il ricercatore dell’Istituto arianese – abbiamo categorizzato le questioni etiche emergenti dall’IA in ‘fondamentali’ (o fondative) e in ‘pratiche’, contribuendo a rivelare potenzialità e rischi insiti in un settore sempre più centrale per la vita di tutti, puntando a un approccio scientifico che rifugga da facili semplificazioni sia in senso ottimistico sia pessimistico’’.
https://link.springer.com/article/10.1007/s10462-024-10769-4
Ettore Zecchino
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