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    Verso test genetico per cure immunologiche anti-tumorali

    C’è anche un pezzo di Biogem nello studio internazionale sull’immunoterapia nei tumori, coordinato dal valtellinese Davide Bedognetti, professore dell’Università di Genova e direttore Cancer Program del Sidra Medicine di Doha, in Qatar, e da Elad Ziv , docente dell’University of California, a San Francisco. Tra i protagonisti della ricerca, pubblicata dalla rivista Immunity ed effettuata su un campione di oltre 9mila pazienti in tutto il mondo, si segnala infatti il professore Michele Ceccarelli, vice-direttore scientifico di Biogem, coinvolto nella parte bio-informatica del lavoro, insieme alla sua squadra del centro irpino. La ricerca ha l’obiettivo di rendere più efficaci le terapie immunologiche contro il cancro, salutate anni fa con grande entusiasmo dalla comunità scientifica internazionale, ma rivelatesi, fino ad oggi, inefficaci in oltre il 60% dei casi, risultando talvolta dannose, per le potenti reazioni autoimmuni scatenate. Analizzando quasi 11 milioni di varianti geniche, su oltre 9mila pazienti con 30 diversi tipi di cancro, i ricercatori hanno individuato alcuni geni che regolano il sistema immunitario e possono essere utilizzati per predire quali pazienti risponderanno meglio agli immunoterapici e quali no. Si tratta di circa  venti regioni del Dna con questo effetto immunoregolatorio, tra cui quelle che controllano la via dell'interferone, un meccanismo attivato anche durante la risposta antivirale e in alcune malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1. Scopo dello studio è approntare un test genetico individuale predittivo della reazione del soggetto alla cura, in modo da creare modelli iper-personalizzati di terapia immunologica.

     

    Ettore Zecchino

    La proteinuria: nuovi meccanismi per spiegarne le cause

    Alcuni tra i più recenti studi clinici sull’aumento di proteine nelle urine, fortemente associato all’insorgenza di malattie renali croniche, saranno presentati nel prossimo seminario di Biogem, in programma in streaming. A parlarne, insieme al direttore scientifico dell’Istituto irpino Giovambattista Capasso, nefrologo di fama internazionale, sarà Luisa Ulloa Severino, che a Biogem ha conseguito la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Genetiche nel 2013. Al centro del suo intervento, introdotto dal professore Gennaro Marino, Responsabile Area Formazione di Biogem, sarà, in particolare, il ruolo dei podociti, una popolazione specializzata di cellule epiteliali, che svolge un compito fondamentale nella regolazione della filtrazione proteica.

    ‘’Diversi gruppi di ricerca, compreso il nostro, annuncia Luisa Ulloa Severino, attualmente Post Doctoral Fellow presso il St. Michael’s Hospital di Toronto, hanno focalizzato la loro attenzione sul complesso proteico YAP/TAZ, che è stato identificato come ‘meccanosensore’, attivato dall'irrigidimento degli organi, e come promotore dell’insorgenza del danno glomerulare’’. Toccherà, quindi, alla dottoressa Ulloa Severino ‘’mostrare come la biomeccanica possa essere considerata un fattore fondamentale nella comparsa della proteinuria, attraverso l’utilizzo della microscopia a Forza Atomica (AFM) in tre diversi modelli murini e in pazienti affetti da glomerulosclerosi segmentaria e focale (GSSF)’’.

     

    locandina 31 maggio

     

    Ettore Zecchino

    UIIP-Biogem pianifica nuovi corsi e punta a inserire 100 giovani laureati nelle aziende partner

    Diverse decine di assunzioni sono previste entro l’anno nel settore ICT (Information Comunication Technology) per gli studenti del percorso formativo UIIP-Biogem . Il programma, vicino al traguardo delle cinquanta edizioni, vanta un totale di oltre 3.200 allievi formati, con un tasso di placement pari al 95%. In questo momento sono in fase di pianificazione tre nuovi corsi (i cui dettagli, bando, modulo di candidatura online, saranno riportati sul sito www.uiip.it) per un totale di circa cento risorse da inserire nel progetto. Azienda di riferimento sarà ancora una volta la multinazionale Accenture. Il colosso internazionale (con oltre 500mila dipendenti a livello mondiale, di cui 18mila circa in Italia) ha infatti da anni scelto il Programma UIIP (University Industrial Intnership Program) come uno dei principali hub per il reperimento e la formazione di giovani talenti, da inserire nelle sedi di Napoli, Cagliari, Roma, Milano, Torino. 
    UIIP-Biogem, nato nel 2000 sotto la veste di Master Universitario, si è presto trasformato in un programma di reclutamento e formazione di risorse umane. Il progetto è confluito nel 2010 tra le attività dell'Istituto di ricerca scientifica irpino, e ha presto abbandonato l'impostazione universitaria classica. In particolare, l'offerta formativa ricalca il modello anglosassone, e ha, come suo fiore all’occhiello, un corso intensivo, dalla forte vocazione pratica.

    ‘’Nel settore ICT – osserva il coordinatore UIIP-Biogem, Andrea Di Maso - la pandemia ha portato una spinta alla digitalizzazione e all’automazione di molte attività, che si è tradotto in nuovi posti di lavoro presso le aziende più innovative’’.  ‘’La sfida di creare un ponte tra il mondo della formazione e quello delle aziende – ha aggiunto Di Maso – diventa, quindi, per noi, ancora più stimolante’’. ‘’I prossimi corsi – precisa la Project Management Office di UIIP, Antonella Saporito – saranno riservati a laureati di primo o secondo livello, di età non superiore a 29 anni, e saranno incentrati sull’applicazione pratica di tool inerenti l’ambito ERP/SAP e della Digital Analytics’’. ‘’Come sempre – garantisce infine la stessa Saporito - ampio spazio sarà dato alle attività concernenti le Soft Skills’’.

    foto gruppo UIIP

     
    Ettore Zecchino
    La fisica teorica di Francesco Sannino contro il COVID-19

    Svelare le dinamiche e i tempi della pandemia in corso, basandoci sugli stessi metodi utilizzati nella fisica teorica delle interazioni fondamentali. Sarà questo il fulcro dell’intervento del professore Francesco Sannino al prossimo seminario di Biologia Computazionale, organizzato in modalità streaming, dall’Università di Napoli Federico II, e sponsorizzato da Biogem. Una strategia di questo tipo, secondo l’affermato fisico teorico dell’Università partenopea, può indirizzare i governanti, i mercati finanziari, le industrie, e i singoli cittadini, a meglio calibrare e implementare le misure locali e globali adottate contro il COVID-19. ‘’Mostrerò – scommette infine lo stesso Sannino - come il connubio tra big data, genetica, e fisica teorica, potrebbe farci fare passi da gigante, accrescendo di molto la nostra comprensione delle malattie infettive’’.

     

    Francesco Sannino Biogem

     

    Ettore Zecchino

    Biogem sponsorizza seminario su circuiti di geni batterici ingegnerizzati e terapia anti-cancro

    Sarà Tal Danino, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Biomedica della Columbia University di New York, il protagonista del prossimo seminario di biologia computazionale, organizzato dall’Università di Napoli, ‘Federico II’, e sponsorizzato da Biogem. Il convegno si svolgerà in modalità streaming, tramite piattaforma TEAMS, e verterà sui molti contributi dati dalla biologia sintetica allo sviluppo di una nuova era della medicina, attraverso la programmazione genetica di cellule. Si parlerà, quindi, di questo approccio trasformativo, in grado di generare sistemi ingegnerizzati, dotati di un’efficacia che va oltre le possibilità delle terapie a base molecolare. Particolare attenzione sarà rivolta ai batteri ingegnerizzati per la terapia contro il cancro, ambito nel quale, grazie a un’ampia gamma di studi, è stata dimostrata la colonizzazione selettiva dei tumori solidi da parte dei batteri, dovuta principalmente a una sorveglianza ridotta da parte del sistema immunitario nei siti tumorali.

    ‘’Nel mio intervento – anticipa il professore Danino - farò riferimento ai progressi fatti nel nostro laboratorio, in relazione alla costruzione di un multi-scale framework per l’ingegnerizzazione di batteri come agenti diagnostici e terapeutici contro il cancro’’. ‘’Utilizziamo una metodica che collega la modellistica computazionale in silico, la caratterizzazione in vitro, e lo sviluppo di piattaforme, e i modelli murini in vivo per il cancro’’. ‘’Metteremo in evidenza – ha annunciato infine Danino – recenti esempi di batteri, programmati per rispondere agli ambienti tumorali, rilasciando specifici payload terapeutici, che variano dagli agenti citotossici a quelli immunomodulatori’’.

     

    locandina

     

    Ettore Zecchino

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