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    Biogem ospita convegno su complicanze in endoscopia digestiva

    Sarà il primario gastroenterologo dell’Ospedale ‘Sant’Ottone Frangipane’ di Ariano Irpino, Luigi Pasquale, a fare gli onori di casa i prossimi 8 e 9 aprile nel centro di ricerca scientifica irpino, sede di un convegno sulle complicanze nell’endoscopia digestiva. Il meeting, organizzato dalla squadra del dottore Pasquale, attualmente anche presidente nazionale della Società Italiana di Endoscopia Digestiva (SIED), prevede la partecipazione di esperti di rilievo nazionale. I relatori, provenienti da diverse regioni italiane, si confronteranno su temi scientifici intorno al mondo dell’endoscopia digestiva, con uno spazio dedicato specificamente ai non secondari aspetti medico-legali.
    Obiettivo principale dell’iniziativa, secondo quanto rivelano gli stessi organizzatori, è ‘’calcare con piede fermo la sottile linea di demarcazione tra la complicanza e la ‘malpractice’ in endoscopia digestiva’’.
    La manifestazione, che vede in prima linea l’Ospedale ‘Frangipane’, conferma l’impegno di Biogem nel creare sinergie e collaborazioni scientifico-culturali in ambito territoriale, consolidando inoltre, un costante approccio traslazionale nella ricerca.

    Ettore Zecchino

    Pubblicata ricerca su nuovi indicatori di coscienza per pazienti comatosi

    C’è anche il Responsabile dell’Unità ‘Scienza e Società’ di Biogem, Michele Farisco, in uno studio internazionale finalizzato ad identificare e quantificare la coscienza residua in pazienti affetti dai cosiddetti disturbi della coscienza (stato vegetativo/sindrome di veglia a-responsiva, stato minimamente cosciente, dissociazione cognitivo-motoria). La ricerca multidisciplinare, realizzata grazie a una collaborazione di Biogem con le Università di Uppsala, Liegi e Amsterdam, nell’ambito del progetto europeo ‘Human Brain Project’, e appena pubblicata dalla rivista ‘BMC Medical Ethics’, ha analizzato la possibilità di applicare degli ‘indicatori di coscienza’, precedentemente introdotti con riferimento agli animali e ai sistemi di intelligenza artificiale, ai pazienti umani con tali disturbi. Grazie alle nuove tecnologie mediche, infatti, diverse persone in stato transitorio di coma vengono tenute in vita, ma non sempre recuperano livelli di coscienza identificabili attraverso i test comportamentali normalmente utilizzati negli ospedali.

    Nello specifico, gli autori hanno approntato i seguenti indicatori: comportamento finalizzato a un obiettivo e apprendimento basato su un modello; anatomia e fisiologia del cervello; psicometria e giudizio meta-cognitivo; memoria episodica; propensione a sperimentare illusioni e percezione multi-stabile; comportamento viso-spaziale.
    Tali indicatori, secondo i ricercatori, vanno oltre i criteri verbali e comportamentali per determinare il livello di coscienza soggettivo e sono quindi rilevanti anche per i pazienti con disturbi della coscienza, notoriamente incapaci di comunicare verbalmente o tramite gesti.
    In questo modo si aprono nuovi scenari per quantificare la coscienza residua in questi pazienti, ed emergono questioni etiche importanti. Si stima, ad esempio, che circa il 40% dei pazienti classificati in stato vegetativo secondo criteri comportamentali classici rientri invece nella categoria di stato minimamente cosciente, alla quale corrisponde una prognosi completamente diversa.
    ‘’Questo articolo – commenta il dottore Farisco - è un esempio di come filosofia, etica, neuroscienze e medicina possano contribuire ad avanzare nella soluzione di problemi molto importanti che coinvolgono persone sfortunate come i pazienti comatosi, spesso in attesa di una corretta diagnosi e di cure più efficaci”.

     

    Ettore Zecchino

     

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    Le ultime scoperte nella biologia ad alta risoluzione al prossimo seminario UniNa

    Sarà Oliver Stegle, del German Cancer Research Center (DKFZ) di Heidelberg, l’ospite del prossimo seminario di biologia computazionale dell’Università di Napoli ‘Federico II’, supportato da Biogem. L’incontro, previsto in modalità streaming nel pomeriggio del 23 marzo, farà luce sugli avanzamenti tecnologici che hanno reso possibile lo sviluppo di nuove tecniche per lo studio del funzionamento di singole cellule.
    ‘’In questa lezione – chiarisce Stegle – fornirò una panoramica delle scoperte recenti nella ‘single-cell biology’, descrivendo nuovi metodi computazionali finalizzati a svelare i cambiamenti molecolari in riferimento a molteplici livelli omici in ciascuna delle cellule che compongono una popolazione’’.
    ‘’Nella seconda parte della lezione – dichiara lo stesso Stegle – proverò a porre l’accento sulle nuove possibili applicazioni delle tecnologie disponibili per analizzare gli effetti regolatori delle varianti di malattie umane, con risoluzione a livello di singola cellula’’.

    Ettore Zecchino

     

    stegle Biogem

    Biogem coinvolto in progetto AIRC su terapie per il microcitoma polmonare

    Sarà il gruppo di ‘Modellistica Animale’, guidato dalla professoressa Concetta Ambrosino, e costituito dai dottori Nicola Russo, Filomena Russo e Luca Roberto, a rappresentare il centro di ricerca irpino nell’ambito di uno studio sostenuto da Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro (AIRC) finalizzato all’individuazione di terapie personalizzate contro il microcitoma polmonare. Il progetto, che ha una durata di cinque anni, e che si avvale della partecipazione di studiosi italiani e internazionali, e’ stato presentato da Clelia Tiziana Storlazzi, professore associato presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Bari ‘Aldo Moro’. Obiettivo dell’iniziativa è individuare nuovi biomarcatori, al fine di realizzare strategie terapeutiche personalizzate contro questa neoplasia a elevata capacità metastatica, che rappresenta circa il 15% dei casi di tumore polmonare ed è molto frequente nei forti fumatori.

    Lo studio si articola in esperimenti con cellule in coltura, con animali di laboratorio e con materiale ottenuto da biopsie di pazienti con microcitoma, realizzate grazie alla rete di centri clinici coinvolti nel progetto. Nei campioni raccolti da un gruppo di pazienti sarà quindi valutata la presenza di potenziali biomarcatori anche nelle vescicole extracellulari isolate dal plasma, ottenuto da sangue periferico. I risultati emersi dovrebbero consentire di rafforzare i dati preliminari ottenuti dal gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Storlazzi sul ruolo oncogenico di alcuni trascritti di RNA nel microcitoma, già pubblicati o in corso di pubblicazione su riviste scientifiche internazionali (Genome Research, Nucleic Acids Research, Leukemia). Un contributo di Biogem sarà poi quello fornito dalla dottoressa Ilaria Guerriero, chiamata a supervisionare la caratterizzazione dei modelli di microcitoma sviluppati, nonché le sperimentazioni di nuove combinazioni di farmaci in animali di laboratorio.
    Nell’ambito di questo progetto verrà inoltre consolidata la collaborazione in corso tra il gruppo della professoressa Storlazzi e quelli dei professori J. Kjems e L.S. Kristensen dell'Università di Aarhus (Danimarca), leader mondiali nello studio del ruolo funzionale degli RNA circolari nel cancro.

    Altri partner dell’Università di Bari nel progetto AIRC saranno: l’IRCCS Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’, sempre del capoluogo pugliese; la Fondazione ‘Casa Sollievo della Sofferenza’ IRCCS di San Giovanni Rotondo; gli ospedali ‘San Giuseppe Moscati’ di Taranto, ‘Vito Fazzi’ di Lecce,  e ‘San Raffaele’ di Milano; il Campus Bio Medico di Roma; l'IRST ‘Dino Amadori’ di Meldola IRCCS (FC).

     

    Ettore Zecchino

    Itay Tirosh e i suoi studi sul glioblastoma ai seminari UniNa

    I corsi di biologia computazionale organizzati dall’Università di Napoli ‘Federico II’, supportati da Biogem, il prossimo 11 marzo ospiteranno, ancora in modalità virtuale, Itay Tirosh, ‘Senior Scientist’ del ‘Weizmann Institute of Science’ di Tel Aviv.  Oggetto del seminario saranno le sue ricerche sul glioblastoma attraverso il sequenziamento dell’RNA a singola cellula.  L’eterogeneità delle cellule, pur essendo una proprietà fondamentale del glioblastoma, rappresenta infatti uno degli ostacoli principali all’efficacia delle terapie.
    ‘’Tali studi – precisa Tirosh - sono focalizzati sulle cellule maligne, di cui definiamo la diversità ed esploriamo i meccanismi alla base della loro eterogeneità, nonché la loro importanza dal punto di vista funzionale’’.
    ‘’Abbiamo riscontrato – continua lo studioso israeliano- che il glioblastoma presenta in maniera uniforme cellule appartenenti a quattro stadi, i quali, essendo proliferativi, potrebbero essere rappresentativi delle cellule staminali di glioma’’ e ‘’sono una sintesi dei programmi di espressione dello sviluppo neuronale, così come di uno stadio simile a quello mesenchimale’’.  
    ‘’Abbiamo inoltre dimostrato – rivela Tirosh - un elevato tasso di plasticità cellulare, in cui le cellule transitano rapidamente da uno stadio all’altro, esaminando anche il ruolo dei macrofagi nella transizione verso lo stadio mesenchimale, per mezzo della secrezione di Oncostatina M’’.  
    ‘’I risultati ottenuti – afferma infine Tirosh - consentono di riesaminare le nostre conoscenze relative al glioblastoma e spiegare l’origine dei sottotipi precedentemente individuati, indicando che, al fine di migliorare le possibilità di sopravvivenza del paziente, le future terapie dovranno agire simultaneamente sui diversi stadi’’.

     

    Ettore Zecchino

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