Log-in
ISO 9001:2015 Certificate number: IT331780
Proseguono con un’analisi computazionale sui genomi del cancro i seminari dell’Università di Napoli Federico II, sponsorizzati da Biogem. A parlarne, il prossimo 16 febbraio, nella consueta modalità in streaming, sarà la professoressa Nuria Lopez-Bigal, ricercatrice biomedica dell’Istituto ICREA di Barcellona.
Al centro della sua relazione saranno, in particolare, le mutazioni somatiche, considerate come la forza trainante dell’evoluzione genomica del cancro, ma dal significato in larga parte ancora sconosciuto. ‘’Dallo studio di queste mutazioni – precisa Nuria Lopez-Bigal – ricaviamo le caratteristiche che descrivono i meccanismi di genesi tumorale’’, utili per ‘’costruire modelli di machine learning in grado di identificare efficacemente le mutazioni driver’’.
‘’Analizzando più di 3.500 interi genomi di pazienti metastatici – ha rivelato inoltre la ricercatrice spagnola – abbiamo scoperto le impronte mutazionali di trattamenti contro il cancro comunemente usati, misurando la tossicità di questi stessi trattamenti su pazienti e organi’’.
Ettore Zecchino
Sarà Biogem il principale azionista, con il 45% del capitale, di CaWUR (Caring Who You Are), una startup innovativa attiva nella ricerca sul cancro varata nei giorni scorsi. Il progetto è un esempio concreto di ricerca finalizzata a una medicina personalizzata e di prevenzione, e mira, in particolare, a costituire una piattaforma tecnologica focalizzata su organoidi ricavati da pazienti oncologici, corredata da tutte le corrispondenti informazioni cliniche e molecolari. Tale realizzazione dovrebbe consentire la valutazione di approcci terapeutici personalizzati, basati anche sul riposizionamento farmacologico, riducendo i tempi necessari alla scelta del farmaco stesso e selezionando il paziente destinatario di un determinato trattamento o sperimentazione clinica. L’iniziativa rappresenta un’alternativa ai test sperimentali sugli animali di laboratorio e si candida a supportare le Agenzie internazionali del farmaco nella valutazioni sulla tossicità ed efficacia di specifici prodotti, concorrendo, ove necessario, a identificare nuove formulazioni e/o combinazioni di farmaci, adattabili alle caratteristiche molecolari e genetiche della malattia.
Oltre a Biogem, chiamato a fornire know-how amministrativo, tecnologia e strutture, CaWUR può contare su 11 soci tra ricercatori e docenti universitari, con un’età media di 40 anni e con competenze che vanno dalla nutrizione al marketing, dalla bioinformatica alla biologia cellulare e alla genetica.
Ettore Zecchino
Saranno il professore Davide Bedognetti e i suoi studi sul cancro presso il Sidra Medicine di Doha, in Qatar, i protagonisti del prossimo seminario di biologia computazionale dell’Università di Napoli Federico II, sponsorizzati da Biogem e in programma il prossimo 2 febbraio. Nel corso dell’incontro, previsto nella modalità in streaming, il professore Bedognetti parlerà della ‘Systems Biology’ come di una bussola per comprendere le interazioni tra tumori e risposta immunitaria nell’uomo, per sviluppare, successivamente, approcci terapeutici innovativi.
‘’In questo contesto – anticipa Bedognetti - gli approcci di Systems Biology consentono di esaminare nel dettaglio la relazione tra gli aspetti propri delle cellule tumorali (alterazioni somatiche) e i fattori modificabili (microbioma) e non modificabili (genetici), relativi all’ospite, e le associazioni con la risposta immunitaria al tumore’’. ‘’Nel Cancer Genome Atlas (un progetto atto a creare un catalogo delle mutazioni genetiche responsabili del cancro) fa notare lo stesso Bedognetti - è stato osservato che una percentuale significativa delle caratteristiche del microambiente immunitario è influenzata dal background genetico dell’ospite, e sono state identificate le principali modificazioni genetiche alla base del fenomeno. Inoltre, è stato realizzato un dataset genomico (AC-ICAM), che combina l’analisi congiunta dell’esoma del tessuto tumorale e normale, il trascrittoma del tumore, il sequenziamento massivo dei recettori delle cellule nei campioni tumorali, nonché la caratterizzazione del microbioma in campioni di colon tumorale e normale’’.
‘’Attraverso l’uso di questo approccio – chiarisce infine il professore Bedognetti - è stato possibile osservare nuove interazioni tra tumore, sistema immunitario e microbioma, sempre associate a una migliore prognosi’’.
Ettore Zecchino
Progressi nella comprensione dei meccanismi alla base della genesi e proliferazione molecolare del carcinoma prostatico giungono da una ricerca congiunta tra l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, la Nottingham Trent University (UK) e la Birmingham City University (UK). Lo studio, appena pubblicato, ha visto la partecipazione diretta dei ricercatori del Laboratorio di Oncologia Molecolare e di Precisione di Biogem, diretto dal professore Michele Caraglia, e ha evidenziato, in particolare, come il miR-423-5p (un piccolo RNA non codificante) interagisca direttamente con MALAT1 (un lungo RNA non codificante) e sotto-regoli la sua espressione nelle cellule del cancro alla prostata. Lo stesso studio, condotto con tecnologia NanoString, in grado di valutare l'espressione di 770 geni coinvolti in ogni fase della progressione del carcinoma prostatico, ha poi messo in luce come la sovra-espressione del miR-423-5p inibisca la proliferazione mediata da MALAT1, nonché i fenomeni di migrazione e invasione delle cellule cancerose.
‘’Questi risultati – afferma il professore Caraglia - suggeriscono che l'interazione miR423-5p/MALAT-1 abbia una forte rilevanza nel cancro alla prostata, e come tale dovrebbe essere ulteriormente sfruttata per la progettazione di nuove strategie terapeutiche’’.
‘’Tale ricerca – aggiunge il professore Caraglia – conferma che i miRNA e i loro inibitori stanno emergendo come strumenti utili per controllare le neoplasie. Le interazioni tra miRNA e LncRNA sono infatti sempre più oggetto di ricerche, dal momento che i LncRNA agiscono come esche o spugne dei miRNA o competono con essi per il legame con gli mRNA target condivisi’’.
‘’Nello specifico – nota infine il professore Caraglia – i risultati mostrano che mir-423-5p e MALAT1 interagiscono in modo diretto, portando alla soppressione dell’azione svolta da MALAT1 nel carcinoma prostatico’’.
Alessia Maria Cossu - PhD-Biogem
Ettore Zecchino
PAPER
C’è anche l’Istituto irpino nel progetto dal titolo ‘Providing cutting edge cancer research services across Europe’, il cui acronimo è canServ, finalizzato a costruire una rete tra le diverse infrastrutture di ricerca europee che lavorano in campo oncologico, offrendo servizi innovativi ai maggiori soggetti interessati (Dipartimenti universitari, Centri di ricerca, aziende), nell’ambito del programma Horizon Europe (HORIZON-INFRA-2021-SERV-01-01). Tale progetto si struttura in 12 diverse macro aree di lavoro, e Biogem, come partner di BBMRI-ERIC (Biobanking and BioMolecular Resources Research Infrastructure), parteciperà a diversi tra questi.
Al centro arianese è stata riconosciuta soprattutto la grande esperienza maturata nello sviluppo dei modelli animali innovativi per lo studio dei meccanismi di carcinogenesi. Nello specifico, è l’unico Istituto selezionato per offrire servizi utili alla ricerca sull’efficacia di nuovi farmaci antitumorali, utilizzando come modello il pesce zebra, mediante generazione di animali geneticamente modificati e sviluppo di modelli ‘xenograft’ in embrione e adulto. Il riconoscimento è stato inoltre concesso per la capacità mostrata nello sviluppo e utilizzo di organoidi di origine endodermica, utili alla comprensione dei meccanismi di base della cancerogenesi e nella verifica dell’attività antitumorale di nuove molecole in vitro.
Biogem è stato infine selezionato come Istituto impegnato in attività di formazione per l’utilizzo di zebrafish nello studio della cancerogenesi e nello sviluppo di nuove terapie.
Ettore Zecchino
Pagina 35 di 45