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Uno studio internazionale, coordinato dal professore Francesco Trepiccione, ha evidenziato per la prima volta, il ruolo di micro frammenti di RNA (miRNA) nella regolazione del processo di riassorbimento di acqua nel rene. ‘’Disturbando geneticamente la sintesi dei miRNA – spiega il ricercatore di Biogem - si è ottenuto un modello murino sperimentale, affetto da una forma molto severa di diabete insipido nefrogenico, una malattia che causa grandi perdite di acqua con le urine, fino alla completa disidratazione’’. Attraverso un approccio scientifico, detto di biologia dei sistemi, ‘’è stato possibile – continua Trepiccione - valutare simultaneamente l’insieme di tutte le alterazioni dei miRNA e delle proteine espresse in una regione del rene importante per il riassorbimento di acqua, detta midollare interna. Grazie alle interazioni bioinformatiche tra miRNA e proteine è emerso un meccanismo biologico molto importante mai descritto prima per una proteina come l’acquaporina 2 che media direttamente il transito dell’acqua attraverso alcune cellule del rene’’. ‘’Alcuni miRNA – sottolinea Trepiccione - sono infatti in grado di agire direttamente sulla regione di cromatina, in cui il gene dell’acquaporina 2 risiede, e di renderlo inaccessibile alla fisiologica trascrizione, e quindi impossibilitato ad espletare la sua funzione’’.
‘’Questo tipo di regolazione – spiega infine Francesco Trepiccione - è nota come modulazione epigenetica, e l’identificazione di questo meccanismo offre un nuovo bersaglio molecolare per la risoluzione di alcune forme di diabete insipido nefrogenico’’.
Lo studio internazionale, appena pubblicato sulla rivista JANS (Journal of the American Society of Nephrology), ha coinvolto l’intera struttura di ricerca di Biogem, dal laboratorio di Nefrologia, coordinato dal professore Capasso, a quelli di Oncologia molecolare e di Bioinformatica, diretti, rispettivamente, dai professori Michele Caraglia e Michele Ceccarelli, in un approccio insieme olistico e traslazionale, tanto caro al direttore scientifico del centro irpino, Giovambattista Capasso.
Ettore Zecchino
Una migliore comprensione dei meccanismi di interazione del sistema immunitario con SARS-CoV-2 potrebbe aprire la strada a nuovi strumenti diagnostici e terapeutici, proprio come è già parzialmente avvenuto per i tumori. Da questo auspicio partirà il direttore del Centro Clinico Humanitas, Alberto Mantovani, in occasione del seminario di biologia computazionale dell'Università di Napoli Federico II, sponsorizzato da Biogem. Al centro dell’intervento, in particolare, le alterazioni dell'immunità e dell'infiammazione, una grande sfida della medicina moderna, che spazia dalle malattie infettive alla patologia cardiovascolare, fino al cancro. Il sistema immunitario e il sistema nervoso centrale costituiscono, infatti, nel loro complesso, l'insieme più intricato di cellule e loro connessioni del nostro corpo. E il seminario, previsto ovviamente in streaming, mostrerà come la dissezione degli acceleratori e dei freni dell'immunità può rappresentare un cambiamento di paradigma, avendo già guidato la nascita della immunoterapia contro il cancro.
Ettore Zecchino
Un innovativo kit sierologico per il dosaggio di anticorpi contro il SARS COV2 nel sangue umano, già pronto per il commercio, ma riservato ai soli operatori professionali sanitari, è stato messo a punto dal centro di ricerche Biogem di Ariano Irpino (Av). Il COVID 19 QuantiGEM, ideato dal laboratorio di Protein Factory, diretto dalla dottoressa Maria Luisa Nolli, con la fattiva collaborazione delle dottoresse Alessandra Fucci e Simona Giacobbe, consente la quantizzazione assoluta delle immunoglobuline IgG e IgM. Grazie alle caratteristiche del kit si punta ad accertare il livello di immunità raggiunto dalla persona esaminata, e, di, conseguenza, a determinare il livello di anticorpi in grado di garantire la protezione individuale dall’infezione.
COVID 19 QuantiGEM rientra nella tipologia dei test immunoenzimatici ELISA, e, grazie alla sua elevata sensibilità e specificità diagnostica (del 93,8% per i campioni raccolti fra gli 8 e i 14 giorni dall’infezione e del 100% dopo i 21 giorni) offre alla comunità scientifica e a quella politica, una nuova e potente arma , non solo per lo studio della diffusione del COVID-19, ma anche per valutare l’effettiva efficacia della più complessa campagna vaccinale della storia.
Grazie a COVID 19 QuantiGEM si può infatti testare la reale copertura immunitaria fornita dal vaccino a ciascun individuo, mentre saranno sciolti i dubbi relativi alla strategia vaccinale da adottare per le persone già venute a contatto con il virus e/o per le categorie a rischio.
Il nuovo kit, frutto di un progetto di ricerca vincitore in un bando regionale, si avvale della collaborazione dell’Ospedale Frangipane di Ariano Irpino, per la fornitura dei sieri, e dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, per le verifiche di appropriatezza e per i confronti con altri prodotti.
COVID 19 QuantiGem è uno strumento di elezione per la sorveglianza pandemica, e si propone come un importante supporto per gli studi epidemiologici ed immunologici, e, più in generale, per la ricerca scientifica sul tema.
Ettore Zecchino
Una ricerca sull’inibizione di un fattore di trascrizione associato alla regolazione dell’autofagia, chiamato Fosl2, come strategia di protezione dallo scompenso cardiaco, sarà alla base del secondo seminario dedicato da Biogem ai suoi ex alunni. Ne parlerà Mara Stellato, attualmente impegnata in altri settori di ricerca presso la casa farmaceutica AstraZeneca, a Cambridge, già laureata in Scienze e Tecnologie Genetiche nel centro di ricerca irpino, e dottorata all’ospedale di Zurigo.
Il convegno verterà, in generale, sullo scompenso cardiaco, ovvero l'incapacità del cuore di contrarsi (sistole) e/o di rilasciarsi (diastole) in maniera adeguata a fornire ossigeno ai tessuti e agli organi. L’attenzione sarà posta, in particolare, sulla fibrosi del miocardio, una condizione patologica caratterizzata dalla presenza di tessuto cicatriziale, che rende la muscolatura più rigida e meno contrattile. Di qui la necessità di approfondire il ruolo dei fibroblasti, la cui iperattivazione è all’origine di questo squilibrio, determinato dalla produzione di un eccesso di fibre di collagene.
Gli studi di Mara Stellato, nell’ambito della ricerca all’Università di Zurigo, mostrano, in particolare, che l’attivazione dei fibroblasti cardiaci è causata in parte da autofagocitosi o autofagia, un meccanismo di rimozione selettiva di componenti citoplasmatici danneggiati, che ne permette la degradazione e il riciclo. Bloccando il marcatore Fosl-2, il processo dell’autofagia si riduce, così come l’attivazione dei fibroblasti, proteggendo il miocardio dalla formazione di tessuto cicatriziale. Seguendo questa strada potrebbe quindi ridursi il rischio di scompenso cardiaco, una patologia che attualmente affligge circa 23 milioni di persone nel mondo.
Il seminario, dopo i saluti del presidente di Biogem, Ortensio Zecchino, sarà introdotto dal professore Giuseppe Pacileo, direttore dell’Unità Scompenso cardiaco e cardiologia riabilitativa presso l’Ospedale Monaldi di Napoli, e si avvarrà anche della testimonianza di un paziente. A fare gli onori di casa, il professore Geppino Falco, responsabile del Laboratorio di Biologia dello Sviluppo a Biogem.
Ettore Zecchino
Gli sviluppi delle tecnologie computazionali nella lotta al cancro e la messa a punto di possibilità terapeutiche innovative saranno il fulcro dell’intervento di Julio Saez Rodriguez al prossimo seminario di biologia computazionale dell'Università Federico II di Napoli, sponsorizzato da Biogem. Obiettivo plausibile grazie al “profiling” sempre più dettagliato dei campioni biomedici della malattia e grazie alla disponibilità di nuove metodiche, come i sequenziamenti a livello di singole cellule. ‘’Come principale applicazione – ha anticipato il direttore dell’Istituto di Biomedicina Computazionale dell’Università di Heidelberg - parlerò del nostro lavoro, analizzando un largo insieme di screening farmacogenomici nelle linee cellulari utilizzate come modelli per la medicina personalizzata’’. Nel corso del seminario saranno inoltre presentati i ‘DREAM challenges’, un tentativo di crowdsourcing per accelerare l’uso dell’intelligenza artificiale nella ricerca biomedica.Il convegno punta anche a fare il punto sulle conoscenze pregresse e sui diversi strumenti sviluppati ad Heidelberg. Dalla meta risorsa di conoscenze biologiche (Omnipath) ai metodi finalizzati alla inferenza di pathway e di attività dei fattori trascrizionali (rispettivamente PROGENy e DoRothEA).
Ettore Zecchino
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