I seminari di Biogem

    Al via la stagione seminariale 2022 di Biogem

    Sarà l’arianese doc Maria Pannese, Ricercatrice presso l’Istituto Scientifico ‘San Raffaele’ di Milano, ad inaugurare, con una lezione su un possibile approccio terapeutico per la distrofia muscolare facio-scapolo-omerale FSHD,  l’edizione di quest’anno dei seminari di Biogem. Una rassegna dai molti volti, ancora in fase di perfezionamento, imperniata su interventi di natura scientifica tenuti da esperti di alcune tra le più prestigiose istituzioni del settore in Italia (ancora da definire nella loro interezza), ma anche su approfondimenti relativi alle nuove tecnologie. Cruciali saranno, inoltre, le tante giornate dal chiaro intento divulgativo, accessibili dal pubblico a casa, generalmente in programma il giovedì pomeriggio, nella consolidata versione in streaming.

    Se alla dottoressa Maria Pannese, allieva, tra gli altri, di Edoardo Boncinelli, toccherà rompere il ghiaccio, diverse aree di ricerca di Biogem saranno protagoniste della rassegna. A partire dal Laboratorio di Nefrologia Traslazionale, fondato dal Direttore Scientifico dell’Istituto arianese, Giovambattista Capasso, che annuncia ben quattro seminari finalizzati ad accendere i riflettori sulla nuova scienza che studia il rapporto rene-cervello ed altri tre sulle malattie renali rare. 
    Lo stesso professore Capasso ‘esordirà’ il 21 aprile, con una conferenza sul declino cognitivo nei pazienti nefropatici, seguito, sette giorni dopo, dal professore Davide Viggiano, alla guida del gruppo di Neuro-nefrologia di Biogem, che si chiederà se e in che misura, comprendere la mente del paziente renale può risolvere l’enigma del cervello.
    Il mese di maggio si aprirà con il dottore Antonio De Donato (Biogem), impegnato, il giorno 5, in una conferenza sull’imaging dell’attività cerebrale in animali con danno renale. Sempre di giovedì, ma con un salto fino al 26 maggio, è infine previsto un approfondimento sugli stati mentali del paziente renale, da parte della dottoressa Veronica Buonincontri (Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’).

    Convinzione profonda del professore Capasso è la necessità, per un centro di ricerca come Biogem, di un approccio traslazionale nelle proprie attività. Di qui la programmazione di tre ulteriori incontri, tutti nel mese di giugno, sulle malattie renali rare, probabilmente introdotti da un’intervista a un paziente o a un rappresentante delle associazioni di categoria. Si parte, quindi, il giorno 16, con una relazione del professore Francesco Trepiccione, Coordinatore della sezione Malattie rare del Laboratorio di Nefrologia Traslazionale di Biogem, sulle acidosi tubulari. Passando attraverso un focus sulla sindrome di Bardet Biedl, realizzato dalla professoressa Miriam Zacchia dell’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, in programma il giorno 23. Chiude il mese e questo ciclo, la dottoressa Anna Iervolino (Biogem), che parlerà della cosiddetta malattia dei gomitoli rotti, ovvero la glomerulosclerosi segmentale focale.

    Un tema assurto agli onori della cronaca negli ultimi tempi è quello dell’invecchiamento biologico e del paradosso delle cellule immortali. Fresco di palcoscenici televisivi nazionali, il professore Geppino Falco, a Biogem Direttore del Laboratorio di Staminalità e Rigenerazione Tissutale, ne parlerà in un apposito incontro presso l’Istituto arianese, con data ancora da fissare.

    Il mese di luglio non allenterà l’attività seminariale di Biogem, orientata sul tema molto attuale del rapporto tra salute e inquinamento. Sarà quindi in prima linea il Laboratorio di ‘Geni e Ambiente’, guidato dalla professoressa  Concetta Ambrosino, Vice-direttrice scientifica di Biogem, che dovrebbe discettare, il 14 luglio, sul mal da inquinamento, sviscerato attraverso approcci tecnologici e studi su modelli animali. Seguirà, sette giorni dopo, un intervento sulla famigerata ‘Terra dei Fuochi’, da parte della dottoressa Carla Reale (Biogem). La chiusura, prima della pausa estiva e prima di dare spazio al meeting settembrino delle ‘Due Culture’, sarà affidata al dottore Nicola Russo (Biogem) e alla dottoressa Valeria Nittoli (Biogem), impegnati sul tema della manipolazione del genoma nel monitoraggio degli effetti delle modifiche ambientali.

    Ettore Zecchino

     

    Alcuni tra i più recenti studi clinici sull’aumento di proteine nelle urine, fortemente associato all’insorgenza di malattie renali croniche, saranno presentati nel prossimo seminario di Biogem, in programma in streaming. A parlarne, insieme al direttore scientifico dell’Istituto irpino Giovambattista Capasso, nefrologo di fama internazionale, sarà Luisa Ulloa Severino, che a Biogem ha conseguito la laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Genetiche nel 2013. Al centro del suo intervento, introdotto dal professore Gennaro Marino, Responsabile Area Formazione di Biogem, sarà, in particolare, il ruolo dei podociti, una popolazione specializzata di cellule epiteliali, che svolge un compito fondamentale nella regolazione della filtrazione proteica.

    ‘’Diversi gruppi di ricerca, compreso il nostro, annuncia Luisa Ulloa Severino, attualmente Post Doctoral Fellow presso il St. Michael’s Hospital di Toronto, hanno focalizzato la loro attenzione sul complesso proteico YAP/TAZ, che è stato identificato come ‘meccanosensore’, attivato dall'irrigidimento degli organi, e come promotore dell’insorgenza del danno glomerulare’’. Toccherà, quindi, alla dottoressa Ulloa Severino ‘’mostrare come la biomeccanica possa essere considerata un fattore fondamentale nella comparsa della proteinuria, attraverso l’utilizzo della microscopia a Forza Atomica (AFM) in tre diversi modelli murini e in pazienti affetti da glomerulosclerosi segmentaria e focale (GSSF)’’.

    Ettore Zecchino

    Saranno l’identificazione di nuovi target terapeutici nella ricerca su alcuni tipi di cancro e le interazioni di geni e ambiente e prognosi di melanoma, i temi portanti del prossimo seminario di Biogem, in programma lunedì 3 maggio. Protagonisti del meeting i dottori Arturo Orlacchio e Isidora Autuori, entrambi ‘alumni’ del centro scientifico irpino. L’incontro, aperto dai saluti del presidente di Biogem, Ortensio Zecchino, e da quelli del professore dell’’Università degli Studi della Campania, Luigi Vanvitelli’, Fortunato Ciardiello, sarà presentato dal professore Gennaro Marino, responsabile dell’Area Formazione di Biogem.

    Nel corso del convegno, in programma nella consueta modalità in streaming, Arturo Orlacchio, attualmente alla Ohio State University, e in procinto di esordire come research scientist presso la New York University, porrà l’accento sul cancro anaplastico della tiroide (ATC), sul cancro non-a piccole cellule del polmone (NSCLC), e sull’adenocarcinoma duttale del pancreas (PDAC). Patologie accomunate da una particolare aggressività e dalla capacità di sviluppare resistenza alle terapie. Di qui, la necessità di aggiornare sempre lo studio dei meccanismi molecolari che contribuiscono alla trasformazione neoplastica, nonché alla sua progressione, al fine di identificare nuovi target farmacologici da utilizzare nella terapia. E l’attenzione sarà posta, in particolare, sull’inibizione della chinasi SGK1 e del complesso E3-ubiquitina-ligasi CTLH, che costituiscono possibili strategie per migliorare l’efficacia di approcci terapeutici, utilizzati, rispettivamente, nel trattamento del cancro anaplastico della tiroide, e del cancro non a piccole cellule del polmone. Sarà inoltre evidenziato che l’utilizzo di agenti demetilanti consente di potenziare l’effetto dell’immunoterapia in modelli preclinici di adenocarcinoma duttale del pancreas.

    Toccherà invece ad Isidora Autuori, research assistant presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, un focus sul melanoma, uno dei più aggressivi tumori della pelle, generalmente curabile, se diagnosticato in tempo. La dottoressa Autuori renderà infine noto un progetto in corso nell’ambito del ‘Genes, Environment, and Melanoma Consortium’, che mira a determinare le interazioni geni-ambiente attraverso l’identificazione delle caratteristiche genotipiche e fenotipiche del paziente. Condizioni che possono essere associate, con alta probabilità, al melanoma con decorso letale al momento della diagnosi.

    Ettore Zecchino

    Gli ultimi sviluppi della ricerca sulla sicurezza dei farmaci e la prospettiva concreta di un test diagnostico per malattie epatiche attraverso il respiro, sono gli argomenti prescelti, rispettivamente da Valentina Chiusolo e da Giuseppe Ferrandino, per il seminario di ex allievi Biogem, in programma il prossimo 9 aprile. Si tratta di temi di dirompente attualità, visto il disorientamento ancora forte dell’opinione pubblica per il caso Astrazeneca. L’obiettivo del seminario, introdotto dal direttore scientifico di Biogem, Giovambattista Capasso, e presieduto dal direttore del Centro di Saggio dell’istituto irpino, Edoardo Stradella, è proprio quello di infondere maggiore fiducia nella farmacovigilanza, un'attività che contribuisce fortemente alla tutela della salute pubblica, ma ancora poco nota al grande pubblico, nelle sue dinamiche specifiche. Un’attività condotta ad alto livello da Valentina Chiusolo, che, dopo ulteriori esperienze universitarie a Ginevra, attualmente ricopre il ruolo di safety scientist per vari clienti e diversi prodotti farmaceutici e Rrp (Prodotti a rischio ridotto) per UBC (United Biosorces Corporations). 
    Di più, nell’auspicio del professore Gennaro Marino, direttore dell’area Formazione di Biogem, si cercherà di incoraggiare un collegamento più diretto tra farmacovigilanza e diagnostica clinica. Occasione offerta, in particolare, dagli studi di Giuseppe Ferrandino, approdato a Cambridge come translational scientist presso Owlstone Medical, dopo anni a Yale e a Dresda, sulla possibilità di individuare nel fiato di una persona biomarcatori predittivi di una malattia epatica, come il limonene, con le sue alterazioni. Prospettiva interessante per la speranza di allargare le possibilità diagnostiche ai primi stadi di patologie talvolta molto gravi, ma in quella fase ancora curabili. L’eventuale risultato sarebbe inoltre ancor più apprezzabile, vista la metodica indolore seguita per ottenerlo, a fronte delle invasive biopsie epatiche, attualmente imprescindibili.

    Ettore Zecchino

    Le nuove, avanzate frontiere, raggiunte dalla ricerca scientifica grazie ai progressi di una nuova disciplina, sono al centro del seminario Quo vadis Bioinformatics? organizzato da Biogem, con la partecipazione di tre ex studenti, oggi ricercatori in altrettanti centri di ricerca europei. L’incontro, presentato dal professore Gennaro Marino, responsabile area Formazione di Biogem, si propone di fare il punto sulle attuali applicazioni di questa scienza in biologia e in medicina, provando a coglierne le prospettive e le sfide nei prossimi decenni. 
    Alla dottoressa Simona Aufiero, Senior Bioinformatic Scientist presso l’Università di Medicina di Amsterdam, è riservato un focus sullo sviluppo di strumenti bioinformatici e modelli di intelligenza artificiale in ambito cardiologico. 
    Fabiola Curion, ricercatrice alla Oxford University, partendo dal suo percorso all’interno della biologia computazionale, ha il compito di raccontare le sfide che attendono i giovani ricercatori che si affacciano allo studio di Big Data e Single Cell Data analysis.
    La bioinformatica come disciplina di mediazione culturale per eccellenza è infine al centro della testimonianza di Carmelo Laudanna, attualmente bioinformatico presso il gruppo Stem Cell and Cancer dell’Istituto di Ricerca in Biomedicina, a Barcellona.

    Il convegno, in programma nella ormai consueta modalità in streaming, si avvale della partecipazione attiva del vice-direttore scientifico e responsabile del Laboratorio di Bioinformatica di Biogem, Michele Ceccarelli, creatore, nel giro di dieci anni, di una vera e propria scuola di bioinformatica, affermatasi internazionalmente, dagli Stati Uniti all’Europa. La rassegna seminariale di Biogem potrà quindi contare, nei prossimi mesi, sulla partecipazione di altri ex-allievi del professore Ceccarelli, attualmente impegnati in importanti centri di ricerca in Italia e nel mondo.

    Ettore Zecchino

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