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    Il violino di Giuseppe Gibboni a Biogem Musica

    Sarà uno degli strumenti ‘romantici’ per eccellenza, suonato dal salernitano Giuseppe Gibboni, vincitore appena ventenne, nel 2021, del prestigiosissimo “Premio Paganini” di Genova, il protagonista della terza serata di Biogem Musica, rassegna inserita nel cartellone annuale delle Due Culture, ideata e diretta dal maestro Nazzareno Carusi. Il concerto, in programma giovedì 14 dicembre alle ore 18 e dedicato alla memoria dello storico della musica Paolo Isotta, si svolgerà ad Ariano Irpino, nell’Aula Magna ‘Emanuele’ di Biogem, e prevede l’esecuzione di brani di Johann Sebastian Bach (Sonata n.1 in Sol minore, BWV 1001), Niccolò Paganini (Capricci nn. 1, 5, 13, 15, 21, 24), Eugène Ysaÿe (Sonata n.6 in Mi maggiore, op. 27 A) e Alfred Schnittke (“A Paganini”).

    Il giovane interprete della serata, capace di conquistare, appena ventenne, la giuria e il pubblico della 56esima Edizione del celebre “Premio Paganini” di Genova nell'ottobre 2021, unanimemente considerato tra i più importanti concorsi violinistici al mondo, è stato il primo violinista a riportare all’Italia il prestigioso riconoscimento, dopo 24 anni, aggiudicandosi nella stessa occasione anche il premio del pubblico e due premi speciali per la migliore interpretazione dei “Capricci” e del “Concerto per violino e orchestra” di Paganini. A seguito di questa vittoria, l’oggi ventiduenne musicista ha iniziato una prestigiosissima carriera concertistica, debuttando - eseguendo il “Concerto per violino e orchestra” di Ciaikovsky - con l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e suonando, in breve tempo, in molte tra le più prestigiose sale del mondo.

    Nato e cresciuto in una famiglia di musicisti, Giuseppe Gibboni è stato allievo del padre Daniele, prima di frequentare il Conservatorio di Salerno. All’età di 14 anni è stato ammesso all’Accademia “Stauffer” di Cremona, nella classe di Salvatore Accardo, violinista e didatta dal nome leggendario. Si è poi diplomato all'Accademia Chigiana di Siena e, dopo un perfezionamento di cinque anni all’Accademia Perosi di Biella con Pavel Berman, ha studiato al “Mozarteum” di Salisburgo con Pierre Amoyal.

    Suona il violino Stradivari “Auer, Benvenuti” (1699), che gli è stato messo a disposizione da una fondazione tedesca, e il violino Stradivari “Jupiter” (1722), in prestito dalla Nippon Music Foundation. In qualità di vincitore del “Premio Paganini”, ha infine avuto l'opportunità di suonare il “Cannone”, il celeberrimo strumento di Niccolò Paganini, costruito da “Guarneri del Gesù” nel 1743.

    Nazzareno Carusi, direttore artistico di Biogem Musica e dello stesso “Premio Paganini”, ha detto di Gibboni essere «un ragazzo capace di sommare, all’estremo talento, l’estrema bellezza della sua umanità. E questo si riflette a perfezione sul suo far musica».

     

    Ettore Zecchino

     

    BIOGEM MUSICA GIUSEPPE GIBBONI HD 2

    Da ricerca Biogem-Vanvitelli speranze di una nuova terapia per la sindrome Fanconi-Bickel

    Una nuova terapia per combattere la sindrome Fanconi Bickel. La speranza arriva dallo studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Translational Medicine, realizzato dal gruppo di ricerca del Laboratorio di Nefrologia Traslazionale di Biogem e Università Vanvitelli, guidato da Francesco Trepiccione, e riguarda una malattia ultra-rara, nota anche come Glicogenosi 11.

    La nuova terapia, basata sulla somministrazione di un farmaco già in uso per il diabete mellito, è il frutto di un lavoro di sperimentazione realizzato nei laboratori di Biogem e offre nuove prospettive per i pazienti che sono esposti, nelle prime fasi della vita, a una disfunzione renale e ad un alto rischio di ipoglicemia severa e poi a problemi di accrescimento osseo e complicanze elettrolitiche, quali acidosi metabolica e ipopotassiemia.

    ‘’Un modello di questa malattia – spiega il professore Trepiccione - è stato generato nei topolini dello stabulario di Biogem e si è notato che in alcune cellule del rene, chiamate del tubulo prossimale, il glucosio, normalmente riassorbito, viene intrappolato e convertito in glicogeno, che, accumulandosi, mima l’effetto di una grossa spugna all’interno della cellula, rigonfiandola e alterandone severamente molte funzioni’’.

    ‘’Dopo aver capito, anche grazie a sofisticate apparecchiature in dotazione a Biogem (come la microscopia multifotoni), perché il rene si ammala – rivela Trepiccione - abbiamo avuto l’intuizione di preservare queste cellule, somministrando un farmaco, già in uso per il diabete mellito, che riduce la loro capacità di riassorbire ulteriore glucosio e quindi di intossicarsi (gluco-tossicità). I risultati ottenuti sono stati così promettenti che abbiamo traslato la nostra ricerca, applicandola ad un paziente affetto dalla sindrome di Fanconi-Bickel e seguito nell’ambulatorio di tubulopatie rare del Policlinico Vanvitelli’’.

    ‘’Dopo tre mesi di trattamento – conclude il ricercatore della Vanvitelli - abbiamo osservato il miglioramento di alcuni indici e soprattutto l’assenza di eventi avversi che ne sconsigliassero l’utilizzo. Migliorava in particolar modo la fosforemia, fino a livelli difficilmente raggiunti con la terapia elettrolitica suppletiva del paziente. Ancora una volta le attività di ricerca frutto della collaborazione Biogem-Vanvitelli si pongono al fianco di pazienti certamente ‘rari’, ma da oggi, probabilmente, un po' meno soli’’.

     

    Comunicato Biogem-Università Vanvitelli

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    Convegno sul conflitto in Terra Santa alle Due Culture di Biogem

    L’incontro è in programma lunedì 4 dicembre alle ore 16:00, nell’Aula Magna ‘Emanuele’ di Biogem e sarà introdotto dal presidente dell’Istituto irpino, Ortensio Zecchino. Il coordinamento dei lavori toccherà all’ambasciatore Cosimo Risi, sempre più protagonista alle ‘Due Culture’ di Biogem, che intervisterà il suo collega Giovanni Brauzzi, già ambasciatore d’Italia in Giordania e il professore Francesco Buonomenna, docente di diritto internazionale all’Università di Salerno.
    Al centro della tavola rotonda, il ritorno della guerra in Terra Santa, epilogo tragico di 75 anni di conflitti fra Arabi e Israeliani, dalla creazione dello Stato d’Israele al 2023. Un evento che, secondo molti esperti, potrebbe evolvere in conflitto regionale e oltre.
    ‘’Gli Accordi di Oslo dei primi Novanta – fa notare l’ambasciatore Risi - avrebbero dovuto portare alla pacificazione fra le parti, con la formula due Popoli-due Stati, che, a distanza di trenta anni continua, invece, ad essere lettera morta’’. ‘’La guerra fra Hamas e Israele, fra un’organizzazione terroristica ed uno Stato – continua Risi - ha già provocato migliaia di vittime e decine di migliaia di sfollati. Gaza, l’area del pianeta a più alta densità demografica e fra quelle a più basso reddito, si sta spopolando e a poco servono gli appelli alle pause umanitarie, mentre Hamas continua a tessere la sua rete mediatica, contando sul racconto fuorviante dei fatti’’.

    ‘’A Biogem – sottolinea infine lo stesso Risi - cerchiamo di capire cosa accade e cosa potrebbe accadere, discernendo i fatti dalle false rappresentazioni, interpellando un diplomatico che ha operato sul campo e un accademico che studia i profili del diritto internazionale’’.
    Nel dettaglio, l’ambasciatore Giovanni Brauzzi risponderà sulla geo-politica del Medio Oriente, mentre il professore Francesco Buonomenna parlerà di diritto bellico e diritto internazionale umanitario.
    I due esperti, incalzati dall’ambasciatore Risi, parteciperanno, successivamente, a un dibattito con il pubblico in sala.

    ‘’Incontri come questo – sostiene il presidente di Biogem, Ortensio Zecchino – confermano la vocazione del nostro Istituto all’approfondimento delle questioni di scottante attualità, in un mondo sempre più complesso’’. ‘’Un mondo – sottolinea infine Zecchino – che Biogem prova a studiare e a comprendere, ben oltre gli orizzonti, pur vasti, delle scienze biomediche’’.

     

    Ettore Zecchino

    Biogem Palestina

    Biogem protagonista al primo convegno internazionale rene-cervello

    L’evento, organizzato e coordinato dal direttore scientifico dell’Istituto irpino, nonché ordinario di Nefrologia presso l’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’, Giovambattista Capasso, è in programma a Napoli il 23 e 24 novembre, presso il Centro Congressi di Via Partenope. Il meeting coinvolgerà una cinquantina di studiosi, provenienti da diversi Paesi e appartenenti a molte discipline, nel rispetto dell’internazionalità e interdisciplinarità che caratterizza i convegni dedicati ad argomenti di punta nel campo medico. L’evento, co-organizzato con Fondazione Internazionale Menarini, ha ricevuto il patrocinio morale della Società Europea di Nefrologia, delle Società Italiane di Nefrologia e Neurologia, e del gruppo di ricerca europeo CONNECT. Quest’ultimo, grazie ad un finanziamento europeo da parte di HORIZON  2020, ha l’obiettivo di creare un network internazionale che si interessi del declino cognitivo nei pazienti nefropatici. Numerosi studi dimostrano, infatti, che i pazienti affetti da malattie renali hanno una maggiore compromissione delle capacità cognitive rispetto al resto della popolazione. 

    ‘’La patogenesi della disfunzione cervello-rene – anticipa il professore Capasso – è rimasta per lungo tempo sfuggente’’ e solo in questi ultimi tempi ‘’stiamo cominciando a diradare la nebbia cerebrale grazie all’ausilio di nuove tecnologie di immagini che hanno “aperto” la scatola cranica e che ci permettono di “vedere” non solo l’anatomia del tessuto cerebrale, ma anche la “funzione” di specifici neuroni. Sono stati inoltre approntati nuovi test neuropsicologici per valutare i vari sottodomini della capacità cognitiva”. ‘’I dati provenienti da modelli animali e cellulari – precisa Capasso – hanno rivelato diversi meccanismi molecolari coinvolti, aprendo la strada per potenziali interventi futuri.  Abbiamo, ad esempio, scoperto che l’emodialisi, attualmente la forma di terapia più utilizzata per l’insufficienza renale avanzata, purtroppo non migliora la disfunzione cognitiva di questi pazienti. ‘’Lo studio dell’interazione cervello-rene – scommette infine lo stesso Capasso – potrebbe rivelarsi importante anche per la comprensione dei meccanismi alla base di molte altre malattie neurologiche’’.

    Nel corso del convegno i numerosi giovani ricercatori presenti potranno interagire con un prestigioso e poliedrico consesso, costituito da neurologi, nefrologi, neuroscienziati, epidemiologi, fisiologi renali, geriatri, esperti in medicina rigenerativa, medicina di precisione, imaging e diagnostica. Un approccio non nuovo per Biogem e per il suo Laboratorio di Nefrologia Traslazionale, in questa sede rappresentato dal suo Responsabile, Francesco Trepiccione, anche docente all’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’.

    A completare la presenza di Biogem e ad ampliare ulteriormente la natura interdisciplinare dell’evento, si segnalano, infine, i saluti istituzionali del presidente Ortensio Zecchino e una sessione dedicata alle implicazioni normative e filosofiche della disfunzione rene-cervello. A quest’ultima parteciperà, tra gli altri, il dottore Michele Farisco, Responsabile dell’area di ricerca Scienza e Società di Biogem, già in prima linea nei vari incontri del Progetto internazionale CONNECT e autore di diversi studi sul tema, pubblicati da altrettante riviste internazionali.

     

    Ettore Zecchino

     

    biogem meeting

     

     

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